RIFORMA DELLE PROVINCE

RIFORMA DELLE PROVINCE

Le linee Guida che, a conclusione delle audizioni e in vista della predisposizione di una proposta di legge regionale ad hoc, la “Commissione speciale per la razionalizzazione delle province” intende portare al voto, risultano del tutto insufficienti e non coerenti con gli obiettivi prefissati.

Il nostro movimento ha più volte ribadito la necessità e l’urgenza di realizzare una seria, profonda ed organica riforma dell’ordinamento delle autonomie locali in Friuli Venezia Giulia partendo, stante le decisioni assunte dal Parlamento nazionale, dalla messa in discussione del ruolo e dell’attualità dell’Istituzione – Provincia.

Quanto proposto nelle Linee guida, con la resurrezione “postuma” delle attuali Province (che verrebbero ricostituite nel numero e nel dimensionamento attuali e con funzioni onorifiche e consultive) oltre a confliggere con le scelte della Giunta regionale (ma questo è secondario), non risponde affatto a quella che noi consideriamo essere esigenza “strategica” della nostra regione (ovvero la semplificazione anche istituzionale) e pertanto il nostro voto non potrà che essere un voto negativo.

Siamo infatti determinati a riformare in profondità il sistema istituzionale regionale, incardinandolo sui due pilastri rappresentati dalla Regione e dai Comuni:

  1. alla Regione i compiti di programmazione, pianificazione, legislazione e controllo;
  2. ai Comuni, pilastro della nostra storia e della nostra identità e luogo principe dell’autogoverno, i compiti di amministrazione diretta sulla base del principio di sussidiarietà. Comuni che dovranno essi stessi essere oggetto di una profonda riforma che li obblighi a forme nuove di aggregazione attraverso le gestioni associate, le convenzioni, le federazioni, le fusioni o le Unioni.

Premesso che per il Friuli Venezia Giulia non è percorribile la sola “razionalizzazione” dell’istituzione provinciale, sia nell’ipotesi di riduzione del numero delle provincie a due, perchè antistorica, sia in quella del “o tutte o nessuna” perchè ingannevole, il superamento delle province pone, ed è questione ineludibile, il tema del coordinamento e della programmazione degli interventi di area vasta. A nostro parere, saranno la Regione ed i Comuni, sulla base del principio di sussidiarietà e nel quadro della più ampia riforma istituzionale da noi auspicata, ad individuare la forma organizzativa più adatta ad assolvere a questi compiti garantendo, peraltro, il dimagrimento “istituzionale”, la semplificazione burocratico-amministrativa, le necessarie ed irrinunciabili economie di scala.

La posizione che assumerà il Consiglio renderà palese la capacità, ovvero l’incapacità delle forze politiche di avviare, seriamente, il processo riformatore non solo atteso ma necessario e reclamato a gran voce dai nostri corregionali.

Innovare in campo istituzionale, riducendo i livelli di governo, si può e si deve. Anzi, si può e si deve fare subito sulla base del principio di sussidiarietà.

Gruppo consiliare Cittadini – Libertà Civica

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