IL FRIULI VENEZIA GIULIA NON È PADANIA: NO ALLA MACROREGIONE

IL FRIULI VENEZIA GIULIA NON È PADANIA:  NO ALLA MACROREGIONE

Il vicepresidente del movimento civico “Una Regione in Comune”, ALBERTO BERGAMIN, denuncia l’ipocrisia elettorale di Tondo sulla specialità della regione 

Non sarà il tardivo incontro di Tondo con Durnwalder (presidente della Provincia autonoma di Bolzano) a cambiare il profilo di una presidenza che in questi cinque anni ha fortemente indebolito e quasi compromesso l’autonomia speciale del Friuli Venezia Giulia. Visti i risultati, anzi, sarebbe stato meglio, per Tondo, incontrarlo ben prima per imparare da lui come si valorizza e rafforza il governo dell’Autonomia. E va detto alla gente che la posta in gioco nelle prossime elezioni regionali è anche il futuro della specialità con la scelta tra il Friuli Venezia Giulia subalterno nella Macroregione vagheggiata dall’asse PdL-Lega o protagonista nell’Euroregione con Trieste capitale, qualcosa più di un progetto, colpevolmente abbandonato nei cassetti di Piazza Unità.
Più che l’Euroregione strutturata dal presidente Illy con l’avvio di  collaborazioni strategiche con Veneto, Carinzia, Slovenia, Contea litoraneo montana (Croazia) e Contea istriana (Croazia) per rafforzare la coesione e la competitività territoriale, in questi anni si è lavorato alla riproposizione del Regno Lombardo-Veneto, con appendice bavarese, che avrebbe dovuto avere al centro Milano e Venezia, relegando il Friuli Venezia Giulia ad un ruolo subalterno e marginale.
Sono i fatti di questi cinque anni a dire che Tondo e il PdL hanno fatto pagare alla nostra regione ed alla sua specialitàl’obbedienza supina a Silvio Berlusconi ed al neo-leghista Tremonti e sacrificato sull’altare dell’alleanza con la Lega Nord la nostra centralità nel contesto europeo. Tondo ha girato (e chinato) la testa verso Milano, voltando la schiena all’Europa.
Noi infatti non abbiamo dimenticato l’adesione di Tondo al progetto di un nuovo assetto istituzionale del Nord proposto da Formigoni e non tacciamo oggi il pericolo rappresentato dal progetto della Macroregione rilanciato da Maroni per rinverdire, con la bufala del 75% ripetuta come un mantra da Milano a Trieste, i fasti della Lega e tentare l’ultimo assalto alla diversità del Friuli Venezia Giulia per ricondurla all’ovile della Padania.
E’ anche questa la posta in gioco e la scelta che spetta ai cittadini del Friuli Venezia Giulia con il voto di febbraio e di aprile.
Alberto Bergamin
Vicepresidente “Una Regione in Comune”

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