Una legge regionale contro il gioco d’azzardo per affrontare una vera “piaga sociale”

Una legge regionale contro il gioco d’azzardo  per affrontare una vera “piaga sociale”

COMUNICATO STAMPA

Trieste, 29 gennaio 2014

Una legge regionale contro il gioco d’azzardo per affrontare una vera “piaga sociale”

Approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale la legge n.30 “Disposizioni per la prevenzione, il trattamento e il contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e patologie correlate”.
La norma, presentata da undici consiglieri, è stata illustrata in aula dal relatore Gino Gregoris (Cittadini), che con impegno e determinazione ne ha seguito l’iter politico-amministrativo.

«La nostra proposta di legge – ha spiegato Gregoris – si articola sostanzialmente in due filoni. Da un lato prende in considerazione la tematica della prevenzione attraverso una serie puntuale di interventi (progettazione di attività socio/sanitarie; monitoraggio del fenomeno con la costituzione di un osservatorio; collaborazione con altri osservatori nazionali; azioni di sensibilizzazione; azioni di informazione; azioni di promozione della formazione e aggiornamento di esercenti e operatori anche della polizia locale; promozione e sostegno alle attività del privato sociale e alle associazioni di auto-mutuo-aiuto; promozione di un marchio regionale da attribuire agli esercizi pubblici o circoli privati che rifiutano apparecchiature per il gioco d’azzardo), dall’altro prevede iniziative di cura e recupero attraverso le strutture sanitarie regionali».

La legge regionale 30, però, non prevede la possibilità di rimuovere le sale da gioco già esistenti o di renderne difficile la frequentazione.
«In questo senso – ha aggiunto Gregoris – la norma è carente soltanto perché la materia è regolata da legislazione che rimane in capo allo Stato e quindi qualsiasi provvedimento produrrebbe la certezza di illegittimità. Vi è da chiedersi, tuttavia, per quale ragione il Parlamento, sino ad ora, non abbia intrapreso un’azione decisa che consenta di affrontare con la dovuta forza ciò che milioni di cittadini, migliaia di sindaci, centinaia di amministratori regionali stanno denunciando come una vera e propria emergenza nazionale. E per rendersene conto basta riflettere sul fatto che, secondo gli ultimi dati disponibili, i soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti sono oggi in Italia circa 600 mila, mentre coloro che dipendono da gioco d’azzardo sono ben 200 mila in più: 800 mila giocatori incalliti ai quali vanno aggiunti circa altri 2 milioni di italiani a forte rischio patologico».
Esiste davvero la voglia del Parlamento di normare un settore che produce gettito fiscale per svariati miliardi? Esiste davvero la volontà di inimicarsi le lobbies del gioco? Esiste davvero la volontà di intervenire, limitando i guadagni di decine di migliaia di esercenti che hanno nei loro negozi variegati tipi di macchinette mangiasoldi?

«L’espansione del gioco d’azzardo e le preoccupanti ricadute sociali – ha sottolineato Gregoris – sono state puntualmente sottolineate in Commissione grazie all’audizione di rappresentanti di decine di associazioni ed enti, nonché di medici, amministratori e volontari coinvolti a vario titolo nel “fenomeno”. Tutti hanno dichiarato e dimostrato che l’escalation del gioco d’azzardo sta diventando una “piaga sociale” contro la quale vengono messi in campo scarsi mezzi e, soprattutto, leggi inefficaci. Un problema di tale portata e gravità deve una soluzione attraverso un’azione sinergica tra le varie istituzioni del Paese, a cominciare da una norma nazionale che sleghi le mani alle istituzioni territoriali e consenta di affrontare i problemi a 360 gradi». Nel frattempo, però, il Consiglio regionale non starà a guardare, intervenendo fin dove la propria autonomia lo consente.

«È tuttavia fuori di ogni dubbio – ha concluso Gregoris – che senza una regolamentazione efficace, veramente scevra da interessi e coraggiosa da parte del Parlamento, non si potrà dare risposte ai tanti che ci chiedono di interrompere questa dilagante e irrazionale speranza di affidamento alla “Dea fortuna”. La realtà è che migliaia di famiglie sono ormai state rovinate, i centri di cura delle Aziende sanitarie si riempiono ogni giorno di più, le multinazionali del gioco d’azzardo si arricchiscono e creano un terreno fertile per l’azione della criminalità».

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