Malattia “blinda” Panontin e sposa la linea Serracchiani

8_malattia-su-panontin-serracchianiTrieste, 22 dicembre 2016

Articolo da “Il Piccolo”

Malattia “blinda” Panontin e sposa la linea Serracchiani

Il presidente dei Cittadini: «Paolo non ha tratto alcun vantaggio da questa vicenda
Giusta ed equilibrata la scelta della presidente di non escluderlo dalla giunta»

TRIESTE, 22/12/2016 L’assessore dimezzato? Giusto così, dice il presidente dei Cittadini Bruno Malattia, soddisfatto che Paolo Panontin, pur privato delle deleghe del Provveditorato e del Personale, sia ancora un componente della giunta Serracchiani e non sia invece stato sacrificato sull’altare del giustizialismo. Tanto più che l’assessore coinvolto nell’inchiesta della Procura di Trieste su un presunto utilizzo illecito dell’auto blu «non ha tratto alcun vantaggio» dalla vicenda. Malattia, come giudica la decisione della presidente Serracchiani di sospendere le deleghe a Panontin? È stata una decisione equilibrata e in linea con la policy che la maggioranza si era data. Finalmente si va diffondendo la convinzione che non sempre l’iniziativa e l’opinione di una procuratore della Repubblica corrispondono alla verità. I fatti devono essere accertati da un giudice terzo nel confronto con la difesa. Ricordo che quasi la metà dei processi si conclude con l’assoluzione e che per troppo tempo i partiti che fiancheggiavano la magistratura avevano adottato il principio che bastava un avviso di garanzia per escludere un amministratore dalle sue funzioni. Persino i grillini si stanno ravvedendo. Credo che ogni situazione vada valutata nel merito e nel nostro caso vi è stata convergenza di opinioni con la presidente. Che cosa non vi convince dell’indagine? Sarà la difesa dell’assessore a formulare le dovute contestazioni. Quello che ci ha impressionato è che probabilmente non si sia tenuto conto delle regole che disciplinavano l’utilizzo delle vetture di rappresentanza e che si sia disposta l’applicazione di localizzatori satellitari sulle vetture della giunta. La pubblica amministrazione è nel mirino del potere giudiziario? Credo che la magistratura svolga il suo compito con imparzialità e debba essere rispettata, anche se non può considerarsi depositaria esclusiva della verità e indenne da errori. Non per nulla il nostro ordinamento prevede tre gradi di giudizio e molte sentenze, anche in processi di grande rilevanza mediatica, sono state travolte e sconfessate in appello o dalla Cassazione. La politica è stata spesso, e lo è in parte ancora, subalterna sia per le troppe devianze di rilievo penale dei suoi esponenti sia perché, più in passato ma anche al presente, alcune forze politiche hanno interesse a fare il tifo per le Procure o per i giudici quando a essere perseguiti sono gli avversari. Nel caso specifico, ammette qualche leggerezza dell’assessore? Non sono io l’avvocato difensore di Panontin, né il suo giudice. Dalla lettura degli atti posso dire che l’assessore non ha tratto alcun profitto e che i fatti che gli vengono contestati escludono vantaggi di qualsiasi natura. Si arrivasse al rinvio a giudizio, che posizione prenderete? Saremo coerenti con la policy adottata dall’amministrazione regionale. Parrebbe, ma non ho approfondito il tema, che i reati contestati all’assessore non rientrino tra quelli che determinano senz’altro l’esclusione. Nel caso di un’uscita di Panontin dalla giunta, la vostra proposta sarà di nominare assessore il capogruppo Paviotti? Non è un problema all’ordine del giorno né si tratta di una decisione a breve scadenza. Attendiamo l’udienza preliminare. In questi tre anni e mezzo di legislatura com’è stato il rapporto con la presidente e con gli alleati? Generalmente buono, a volte non idilliaco. Con il libro bianco siete stati gli antesignani delle trasparenza. I valori dei Cittadini di dieci anni fa sono rimasti immutati? Si. Anche se nel confronto che si determina negli organi elettivi, continua a essere difficile vincere certe resistenze al cambiamento. Dobbiamo tenere conto dei numeri, ma spero che, riprendendo una nostra vecchia battaglia, si riesca finalmente a fare approvare la legge che limita a due il limite dei mandati dei consiglieri regionali. Ritiene che Serracchiani debba sciogliere le riserve in vista del 2018? Siete disposti a sostenerla in un secondo mandato? Non è corretto chiedere alla presidente di prendere ora decisioni sul suo futuro, quando per tutti il futuro è incerto. Senza alcun dubbio la sosterremo se si ricandiderà. È una persona che ha molte qualità e la sua proiezione nazionale ha giovato e non può che giovare alla regione. Nel caso in cui il candidato fosse invece Bolzonello, la vostra posizione quale sarà? Se toccherà a Sergio, una volta condiviso il programma lo appoggeremo con convinzione.
di Marco Ballico

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